venerdì 14 agosto 2009

Per non dimenticare mai Marika Busetto..6 anni

http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=66855&sez=NORDEST

http://www.oggitreviso.it/sbaglio-prescrizione-pediatra-processo-omicidio-17123

Padova. Farmaco sbagliato, bimba
morta a 6 anni: medico a giudizio
Dottoressa specializzanda somministrò a una piccola trevigiana una dose di medicina 20 volte superiore al dovuto

di Lino Lava
PADOVA (22 luglio) - All’epoca dei fatti la giovane dottoressa era medico specializzando del quarto anno della scuola di specializzazione in pediatria e prestava la sua attività professionale e di formazione nel reparto delle Malattie metaboliche ereditarie del Policlinico.

E aveva in cura una bambina di sei anni, affetta da una malattia metabolica congenita. La piccola, Marika Busetto, abitante a Barbisano di Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, è morta il 23 giugno 2005. Era molto malata e pesava solo 17 chili. Ma per il pubblico ministero Orietta Canova la bambina è deceduta a casa di un errore della dottoressa specializzanda. Le avrebbe somministrato una dose di medicina venti volte superiore a quella che doveva dare alla piccola malata.

La dottoressa Luisa Freo, trentatreenne, residente in città, è stata rinviata a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare Cristina Cavaggion. L’imputata, difesa dall’avvocato Lorenzo Locatelli, dovrà comparire davanti al giudice monocratico l’11 dicembre prossimo. I familiari della piccola si sono costituiti parte civile con l’avvocato Pero Barolo.

L’inchiesta della Procura è stata aperta all’indomani della morte della bambina trevigiana. Quattro i medici che il sostituto procuratore Canova aveva iscritto nel registro degli indagati. Tre dei sanitari che avevano in cura Marika sono stati prosciolti durante le indagini. I consulenti del pubblico ministero sostengono che la responsabilità della morte della paziente sarebbe della giovane dottoressa, che si stava specializzando in pediatria.

Marika Busetto era in cura fin dalla nascita. In quel periodo i genitori l’avevano ricoverata perchè la figlia aveva episodi di vomito ripetuto "in corso di virosi respiratoria", come si legge nel capo d’imputazione. Alla bambina doveva essere somministrato oralmente ogni giorno un farmaco salvavita. Undici grammi di arginina. La medicina era proporzionata al suo peso di soli 17 chili. Ebbene, a causa del vomito continuo, la dottoressa Freo decise per un’endovenosa con arginina cloridrato. Secondo l’accusa la pediatra ha sbagliato a fare i calcoli tra i mirigrammi del farmaco giornaliero e il peso dalla piccola paziente. Inoltre, si legge nel capo d’imputazione che l’imputata ha errato «anche a volere ritenere che vi fosse l’opportunità - data la virosi in corso che poteva facilitare uno scompenso metabolico - di una dose di carico di arginina nelle prime due ore e poi una riduzione nelle ore successive, nella prescrizione del farmaco senza alcuna modifica di trattamento, dopo le prime due ore, con ciò non stabilendo un corretto protocollo di somministrazione del farmaco. Cosichè tra le 20,15 del 20 giugno 2005 e le 4,10 del 21 giugno 2005 veniva somministrata (in esecuzione della sua prescrizione) una quantità di arginina superiore a circa venti volte la dose prevista».

I consulenti del pubblico ministero sostengono che la "somministrazione errata del farmaco" ha causato alla piccola paziente iperammoniemia, grave squilibrio del circolo (ipotensione) e della funzionalità renale con conseguente acidosi e iperkaliemia fino allo scompenso metabolico con grave edema cerebrale.

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